Perché mai scrivere un articolo sul water giapponese? Perché mentre in tutto il mondo per tirare l’acqua dello sciacquone basta muovere una leva, in Giappone bisogna laurearsi! I water giapponesi sono i più tecnologici e futuristici del pianeta! Non è un oggetto solo per fare quelle cose li, per i giapponesi è un oggetto d’arte e come tale viene venerato! Parliamo del water giapponese, il sogno nascosto di ogni giappominkia!
Toilette in Giappone
Un bagno è solo un bagno, ma in Giappone dove spesso una famiglia anche quando numerosa vive in un piccolo appartamento, è un luogo di intimità con un ruolo che va oltre il suo utilizzo pratico. Come lo è per un italiano andare al bar e bersi un caffè sfogliando il giornale, sono pochi minuti ma sacri! … minuti altrettanto sacri per i giapponesi dove nel bagno si rifugiano nel loro mondo leggendo i MANGA.
Nonostante le abitazioni siano abbastanza sporche, al contrario i bagni sono puliti e confortevoli. I giapponesi non conoscono la parola ristrutturazione e lasciano invecchiare le case al punto da demolire per ricostruire, ma per il bagno sono disposti a spendere migliorandolo e tenendolo al passo con la tecnologia … si in Giappone il bagno è tecnologia!
Fino alla Seconda Guerra Mondiale il water giapponese era un vaso alla turca, ma terminata la guerra iniziarono a diffondersi i water occidentali, finché ad inizio anni 80 l’azienda Toto ha creato il primo washlet, nome derivato dalla fusione di due parole inglesi “wash” e “toilet”.
Water giapponese le funzioni
Un washlet che per comodità continuiamo a chiamare water, è un accessorio che si monta sopra il vaso in ceramica con svariate funzioni. Ha un pannello di controllo posto alla destra del coperchio, ma nei modelli più costosi viene attaccato al muro e comunica con il water via radiofrequenza senza bisogno di fili.
Funzione bidè
La principale funzione del water giapponese è il bidè che per via degli spazi ridotti, non potrebbe mai essere montato come secondo vaso all’italiana. Il bidè consiste in un ugello che quando richiamato dal pannello di controllo esce sotto l’asse emettendo un getto d’acqua per l’igiene intima.
Bidè doppia funzione
Il bidè si divide in due funzioni, quella per la pulizia dell’ano (おしり oshiri) rappresentata sul bottone con un’icona di due natiche (un culo) e la seconda funzione per la vulva (ビデ bidè) con l’icona rosa di una figura femminile. Entrambe le funzioni di pulizia avvengono con lo stesso ugello modificando potenza e angolazione del getto d’acqua. L’ugello è posizionato in modo da non toccare il corpo dell’utilizzatore e sia prima che dopo la sua uscita si auto-pulisce.
Potenza getto e cambio temperatura
Nei modelli di qualità superiore si può modificare la potenza del getto dell’ugello e la temperatura di uscita. Uno studio giapponese ha dimostrato che la temperatura del getto preferita dagli utilizzatori è di 38 °C, un paio di gradi superiore alla temperatura del corpo umano. In alcuni modelli il getto può anche essere pulsante o vibrante aiutando in caso di emorroidi.
Funzione asciugatura
I modelli top di gamma sono pensati per eliminare completamente la carta igienica con la funzione asciugatura, potendo anche impostare la temperatura dell’aria in uscita. Questo è di grande utilità in caso di anziani con problemi di mobilità o dotati di braccioli.
Chiusura, anti odore, auto-pulizia
Tutti i water giapponesi hanno la chiusura ammortizzata per evitare urti di chiusura, con alcuni modelli dotati di temporizzatore in grado di chiudersi dopo un determinato tempo dal risciacquo. Hanno un sistema all’ozono per eliminare gli odori e un meccanismo di auto-pulizia.
Tavola riscaldata con auto apprendimento
Nei bagni giapponesi il riscaldamento non c’è e se fuori casa ci sono 6° C, in bagno sono 8° C … da qui la funzione vitale di riscaldare l’asse. Il sistema ha una funzione di auto apprendimento per il risparmio energetico, scaldando l’asse solo negli orari di maggiore utilizzo.
Altre funzioni
Alcuni modelli possono illuminarsi al buio o avere tra le funzioni un altoparlante incorporato per riprodurre il rumore dello sciacquone nascondendo i rumori corporali. I modelli più all’avanguardia si possono controllare via bluetooth con un’applicazione via smartphone e possono avere un sensore di movimento in grado di alzare l’asse solo se lo si sta guardando, tenendolo chiuso se si rimane di spalle.
Il futuro
Ancora in fase di sperimentazione e di studio, i ricercatori stanno implementando dei sistemi in grado di misurare alcuni indici delle urine, pulsazione cardiaca, pressione sanguigna, inviando via internet i dati dal water al proprio medico.
Water giapponese quanto costa
Le principali aziende di produzione sono Hitachi, Toshiba, Panasonic, Sanyo … ma il monopolio è detenuto da Toto che è un’azienda che si occupa solo di questo settore.
Il washlet, quindi non l’intero vaso ma solo l’accessorio che fa tutto quello sopra descritto che si monta sopra la tazza, i modelli più economici partono da 25.000 yen (200 euro) arrivando ai più tecnologici da 200/250.000 yen (1.800/2.300 euro). È in grado di fare il suo lavoro per non meno di vent’anni, sarebbe quindi meglio evitare di prendere il più economico e plasticoso … un modello da 80/100.000 yen (600-800 euro) è un ottimo compromesso tra qualità e prezzo.
Durante il montaggio del washlet bisogna attaccare i tubi dell’acqua e deve essere installato da un idraulico. Tutti i rivenditori mettono a disposizione il servizio montaggio al costo di 10/12.000 yen (80-100 euro).
Water giapponese in casa dove si trova
A questa domanda verrebbe scontato rispondere in bagno! Ma in Giappone il bagno con il water si trova separato dalla stanza con la doccia e/o la vasca (ofuro) alla quale ci si arriva da un’altra minuscola stanza con lavatrice e lavandino. Non è una regola edilizia ma il 99% delle abitazioni giapponesi sono costruite in questo modo. L’usanza di dividere il bagno con solo il water dalla stanza adibita alla pulizia della persona viene dal periodo Edo (1603-1868) quando il bagno era una cabina di legno posta fuori dall’abitazione, e per andarvi si indossavano scarpe apposite.
Ancora oggi quando si va in bagno si indossano delle ciabatte solo per quel luogo della casa, poste generalmente appena fuori la porta o all’interno del bagno … usanza che la quasi totalità degli stranieri non mette in pratica.
Linea nera sono i muri divisori e linea rossa le porte. In giallo la stanzetta con il water giapponese tecnologico e le ciabattine … in rosa la stanzetta con lavandino e lavatrice che porta alla stanza blu dove c’è doccia e vasca. Sono tre stanzette mai più grandi dell’indispensabile e sempre divise in questo modo.
Toilette pubbliche
In posti turistici o alle stazioni del treno nei bagni oltre gli orinatoi ci sono classici water senza washlet, mentre nei ristoranti, centri commerciali, teatri, KONBINI, aeroporti e luoghi dove l’utente è un potenziale cliente, generalmente i water hanno la tavola washlet anche se modelli con funzioni basilari.
I giapponesi sin da bambini vengono educati nel rispetto del bene pubblico. Non troverai mai in Giappone un bagno con scritte sul muro e sporco in stile autogrill … e mentre in Italia l’urina centra il centro della tazza solo quando si è in casa propria, in Giappone ci si sforza di centrarla sempre e se cadono gocce sul pavimento si pulisce.
Toilette giapponese nel folclore
La leggenda di Toire no Hanako-san narra del fantasma di una bambina di nome Hanako che infesterebbe le toilette dei bagni delle scuole giapponesi. È talmente popolare tra i bambini che spesso quando vanno in bagno da soli hanno problemi con la vescica per paura di incontrarla.
Il fantasma di Hanako è solito trovarsi al terzo piano, nella terza cabina del bagno femminile delle scuole elementari. Le vittime sono le bambine che si recano in bagno da sole … la si può evocare bussando tre volte la porta del bagno, chiamando il suo nome e facendole una domanda. Spesso le si chiede “Hanako, giochiamo a nascondino?” e in modo molto debole Hanako risponderà “Si, giochiamo”.
Se si dovesse incontrare Hanako entrando nella cabina del bagno e fosse arrabbiata, l’unico modo per calmarla è mostrarle i buoni voti presi a scuola.
Questa leggenda è nata dalla reale morte di una bambina di nome Hanako, mentre giovava a nascondino, nascosta nel bagno della scuola a causa di un bombardamento della Seconda Guerra Mondiale.
Minkia testimonial di Toto

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