Se i terremoti ti fanno paura, forse è meglio che tu non vada a vivere in Giappone! E se ci vivrai, dovrai fartene una ragione e conviverci … i terremoti in Giappone ci sono, sono tanti e belli forti! Tuttavia, sei più al sicuro in un edificio in Giappone con un terremoto magnitudo 7, piuttosto che in un edificio in Italia (dove gran parte non sono antisismici) con magnitudo 4. Quando si parla di terremoti, il Giappone è un esempio da seguire.
Il Giappone si trova in una zona vulcanica sopra quattro placche tettoniche in continuo movimento, all’interno della cintura di fuoco del Pacifico. Questa particolare posizione rende il Giappone l’isola più sismica del mondo. I primi terremoti documentati di cui si ha nozione, risalgono all’anno 599 quando le zone di Nara e Yamato vennero distrutte.
Terremoti in Giappone e le “case”
Visto da un occhio italiano le case giapponesi sono veramente brutte, ma brutte tanto. Ma hanno una caratteristica fondamentale che è bene avere se si abita in un posto sismico, sono leggere e di legno. La durata media di un’abitazione è tra i 20 e i 40 anni, per poi essere buttate giù e ricostruite con moderne tecnologie antisismiche.
Il Giappone investe molto in prevenzione e ricerca su tecnologie antisismiche, anche solo dopo 20 anni le tecniche di costruzione possono cambiare notevolmente. La popolazione è preparata a questi eventi naturali, rispetta le leggi e regole di costruzione per ridurre i danni in caso di terremoto, soprattutto dopo il grande terremoto di Kobe. I codici sulle costruzioni sono periodicamente rivisti e aggiornati, da sistemi con molle a edifici in grado di oscillare senza avere rotture strutturali.
I terremoti in Giappone fanno paura come normale che sia, ma le case giapponesi hanno caratteristiche tali da essere in sicurezza e la paura viene meno … certamente dipende dall’anno dell’abitazione e dal tipo di terremoto, ma in linea di massima per scosse medio/forti si può rimanere tranquilli.
Terremoti, i giapponesi hanno paura?
Per quanto le case siano antisismiche e scatole di legno, non sono indistruttibili. Nelle scuole gli alunni sanno che se sentono delle vibrazioni, la prima cosa da fare non è urlare e piangere ma mettersi sotto un tavolo. Almeno due volte l’anno in tutti gli uffici pubblici ma anche molti privati, si svolgono esercitazioni per ricordare come comportarsi in caso di terremoto senza andare nel panico.
Quando i sismografi rilevano una forte scossa in arrivo, in televisione su tutti i canali arrivano degli alert con un suono che mostra forza e il punto interessato. E in caso di scosse ancora più forti, la rete telefonica manda alert sui cellulari dei telefoni che si agganciano a celle di una determinata zona. Se quindi sei su un treno giapponese con centinaia di persone e nello stesso momento senti centinaia di beep, non è un bel segnale.
I giapponesi hanno paura? Certo che hanno paura dei terremoti come chiunque, ma sono preparati sin da piccoli ed hanno consapevolezza che può accadere. Mentre gli stranieri che in Giappone ci abitano o i turisti, in caso di una forte scossa urlano, piangono e scrivono sui social network che il mondo sta finendo … se non si è abituati sin da piccoli, una reazione simile è comprensibile! Lo faresti anche tu!
Grande terremoto di Tokyo che verrà
Gli esperti dicono che c’è il 70% di probabilità che Tokyo nei prossimi 30 anni verrà colpito da un terremoto catastrofico. Tokyo è la metropoli più grande del mondo e per quanto le costruzioni siano antisismiche, un terremoto di forza devastante potrebbe provocare decine di migliaia di morti se non oltre in caso di terremoti multipli ravvicinati. Il governo sta cercando di rinforzare le case più vecchie, adottando misure anti-incendio e diminuendo la densità di popolazione nelle zone con il maggiore rischio sismico. È stato anche consegnato alla popolazione un libro con consigli per prepararsi a una catastrofe sismica.
È prassi tra i famigliari giapponesi, avere un punto stabilito dove incontrarsi in caso di terremoto. In una metropoli come Tokyo vasta quasi come la Lombardia (esattamente 622 km²) con oltre 30 milioni di abitanti, avere programmato un punto d’incontro in caso di catastrofe è fondamentale per ritrovarsi.

Kit per sopravvivere ai terremoti in Giappone
Ogni abitazione giapponese ha al suo interno almeno un kit di sopravvivenza per affrontare un’emergenza post terremoto. Un kit consiste in uno zaino con che contiene un caschetto, una torica a carica manuale, una piccola radio, un paio di bottiglie d’acqua, un fischietto, una batteria per caricare lo smartphone, cibo in barrette e una coperta. Ogni kit è in grado di sostenere un’emergenza di due persone per tre giorni.
Ci sono vari kit a prezzi differenti, dai più economici da 100 euro ai più completi da 180-200 euro. Qua sotto un esempio (clicca l’immagine per ingrandire).
Terremoto di Kobe
Il 17 gennaio del 1995 nella prefettura di Hyogo si verificò un terremoto di magnitudo 7.2, provocando 6.434 morti di cui 4.600 erano di Kobe, città che contava 1.5 milioni di abitanti. Il terremoto ha causato danni pari al 2,5% del PIL del Giappone, oltre 102 miliardi di dollari.
Fu di una devastazione apocalittica: caddero ponti, autostrade, la ferrovia era operativa solo per il 30%. Gran parte dei cittadini pensava che le strutture fossero a prova di qualsiasi terremoto e solo dopo la loro distruzione, si disse che molti furono costruiti senza rispettare la legislazione antisismica recente. Gran parte delle costruzioni furono costruite secondo la legislazione degli anni sessanta, per poi venire rivista negli anni ottanta ma adeguata solo alle nuove costruzioni e lasciando quelle più vecchie in stato di non sicurezza.
Subito dopo il terremoto, i cittadini persero fiducia verso le istituzioni e le tecniche antisismiche. Il governo fu anche criticato per non essere stato in grado di agire rapidamente nel salvare molte vite umane, per la sua incapacità nel coordinare i volontari che si erano messi a disposizione da tutto il Giappone.
La più potente organizzazione YAKUZA del Giappone, la famiglia Yamaguchi-gumi che aveva e tutt’oggi ha la sua sede centrare a Kobe luogo della tragedia, si adoperò prontamente nella distribuzione di provviste e aiuto alla popolazione.
Dopo quel devastante dramma, il Giappone ha preso consapevolezza e compreso l’importanza del rispettare la legislazione antisismica più recente non solo teoricamente, ma nella concretezza alle costruzioni.
Terremoto in Giappone? Come comportarsi
- L’istinto dice di andare in strada, ma non devi farlo! non andare in strada se la scossa non è finita!
- Riparati dalla caduta di eventuali oggetti mettendoti sotto un tavolo, o altro in grado di offrire riparo.
- Evita gli ascensori … bisogna dirlo?
- Terminata la scossa, se esci all’esterno fai attenzione alla caduta di calcinacci degli edifici.
- Se sei in hotel, terminata la scossa rivolgiti al personale che ti darà indicazioni sul piano d’evacuazione.
- Se sei in metropolitana o sotto terra, rimani calmo. Stai lontano da scaffali, finestre e vetrate. Terminata la scossa segui le indicazioni verso l’uscita di sicurezza, ci sarà personale che darà indicazioni alle persone.
- Se senti la scossa mentre aspetti un treno, allontanati dal bordo dei binari per evitare di cadere dentro.
- Se sei sul treno, se la scossa è forte il treno si fermerà. Rimani seduto e tranquillo e segui le istruzioni del personale.
- Se ti trovi in ascensore, calma assoluta! Se si dovesse bloccare, schiaccia il pulsante d’emergenza o se c’è l’interfono comunica con gli addetti e ti indicheranno come comportarti.
- Se sei all’aperto, il principale rischio sono calcinacci che potrebbero colpire la testa. Cerca di andare in spazi ampi come parchi, ovunque ma distante da palazzi.
- La regola principale che vale sempre è proteggere la testa. Usa qualsiasi cosa, ma proteggi la testa!
- I giapponesi sono abituati sin da piccoli e sanno come comportarsi, imitali, seguili, fai come e quello che fanno loro.
- Il più grande nemico dinanzi ad un terremoto è il panico. Centinaia di persone in panico sotto terra, possono fare un numero di morti superiore ad una scossa che mette solo paura ma non uccide nessuno.
Pippone finale. E l’Italia?
La bellezza dell’Italia è nelle sue costruzioni. Cosa sarebbe l’Italia senza i suoi centri storici, antichi palazzi, Chiese e borghi centenari? In Giappone un’abitazione dopo 20 anni perde 70% del valore perché considerata da demolire, in Italia dopo 20 anni la casa è appena stata costruita. Certo potremmo anche noi costruire scatolette in legno come in Giappone, ma che Italia sarebbe? Ci sono tecnologie per mettere in sicurezza case in cemento e mattoni con tiranti, cuciture metalliche e altre in grado di evitare crolli per le nostre tipologie di costruzioni che sono completamente differenti da quelle giapponesi.
Alcune zone italiane hanno un medio/alto rischio sismico e quindi sta alle istituzioni trovare la volontà e i soldi per mettere in sicurezza gli edifici storici e regolamentare le nuove costruzioni. L’Italia può imparare dal Giappone sulla prevenzione e sulla ricerca antisismica, ma non può copiare il loro sistema perché sono due nazioni costruite in modo totalmente diverso.
Minkia simula l’epicentro di un terremoto
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