Sei single oltre 40enne e sei diventato un/una gattaro/a? Non lo sappiamo, ma se sei qui è perché sei un amante del Giappone e di conseguenza non puoi non conoscere il maneki neko! … conosciuto anche come “il gatto che dà il benvenuto” o “gatto della fortuna“. In questo articolo spiegheremo le sue origini, il significato del gesto (non è un gatto fascista) e altre piccole curiosità di questo oggetto tradizionale giapponese!
Maneki neko le origini
Le origini del gatto portafortuna giapponese sono incerte, anche se si pensa che sia apparso per la prima volta a fine periodo Edo (1603-1867). Si sa di una sua menzione in un articolo di giornale del 1876 e ci sono prove di maneki neko vestiti con kimono distribuiti presso un tempio di Osaka. Una pubblicità d’inizio 1900 li pubblicizzava ed è la prova della loro popolarità in quel periodo storico.
Oltre alcune leggende, ci sono due teorie che spiegano la nascita di questo portafortuna.
La prima teoria spiega che il governo Meiji proibì i talismani sessuali venduti nei bordelli e molto popolari in quell’epoca. Con la scomparsa dei talismani apparvero in loro sostituzione i maneki neko, che con il loro gesto imitavano una donna che richiamava gli uomini a sé.
La seconda teoria più romantica, spiega che il gesto del maneki neko somiglia a un gatto che si lava la faccia. Una credenza giapponese dice che quando un gatto si lava la faccia, nel breve periodo arriverà un ospite. Teoria sostenuta da un più antico proverbio cinese, che afferma che se un gatto si lava la faccia presto pioverà. È quindi possibile che da questo gesto sia nata la credenza che la statuetta di un gatto che imitasse quel gesto, avesse il potere di portare clienti in un negozio e di conseguenza fortuna.
Leggende sul maneki neko
Si narrano tre leggende popolari sulla nascita di questi gatti portafortuna. Che forse la comparsa di questa statuetta sia veramente da attribuire a una di queste leggende? E non alle teorie del portafortuna venduto nei bordelli o al semplice gesto del gatto che si lava la faccia?
Maneki neko LEGGENDA 1
La prima leggenda narra di un uomo molto ricco, che venne sorpreso da un forte temporale nei pressi di un tempio e trovò rifugio sotto un albero. In quel momento l’uomo vide un gatto alla porta del tempio che con la zampa gli faceva cenno di entrare, e così fece. Non appena l’uomo entrò nel tempio, un fulmine colpì e squarciò l’albero e si salvò da morte certa. Da quel momento l’uomo diventò un benefattore del tempio e gli fece acquisire grande prestigio. Quando il gatto morì, fece costruire una statua in suo onore e con gli anni prese il nome di maneki neko.
Maneki neko LEGGENDA 2
La seconda leggenda meno romantica della prima, narra di una GEISHA molto affezionata al suo gatto. Un giorno il gatto attaccò la geisha infilzando il kimono con gli artigli. Il suo padrone/marito vedendo la scena pensò che il gatto fosse posseduto e immediatamente gli tagliò la testa, che cadde su un serpente che stava per attaccare la geisha salvandole la vita. Nonostante la geisha si salvò, fu profondamente addolorata per la perdita del suo amato gatto, per cui uno dei suoi clienti le regalò per consolarla una statuetta di un gatto.
Maneki neko LEGGENDA 3
Terza ed ultima leggenda racconta di una donna anziana che fu costretta a vendere il suo gatto a causa di estrema povertà. La stessa notte che il gatto non fu più con lei, gli parve in sogno e le disse di fare con l’argilla una statua che lo ritraeva. La donna lo fece e subito dopo vendette la statuetta, fino a farne altre che la gente continuava a comprare. Le statue divennero ricercate e la donna diventò benestante.
Il gesto del maneki neko
Ad un occhio occidentale può sembrare che il maneki neko stia facendo un gesto di saluto, ma per un occhio giapponese è chiaro il gesto del richiamo a se. È normale in Giappone chiamare con un cenno tenendo la mano alzata con il palmo verso l’esterno e piegando le dita verso il basso e poi riportarle in alto ripetutamente.
Si possono trovare maneki neko con alzata la zampa destra, oppure la sinistra. È credenza e prassi usare un maneki neko con la mano sinistra alzata per attirare i clienti nei propri negozi, mentre quelli con la zampa destra dovrebbe attirare fortuna e salute. In realtà non c’è regola, molti locali in cui si beve usano maneki neko con la zampa sinistra, e altre attività commerciali usano quelli con la zampa destra.
Alcuni maneki neko moderni hanno un sistema meccanico che fa muovere ripetutamente la zampa, azionata da una batteria o dall’energia solare.
I colori del gatto portafortuna giapponese
Come avviene per i portafortuna OMAMORI, anche i maneki neko hanno diverse forme di protezione dal colore.
Colore BIANCO
È il più colore più popolare dei maneki neko, è il classico portafortuna di prosperità.
Colore NERO
Porta buona salute e allontana le negatività. Apprezzato dalle donne, si dice che tenga lontano i molestatori.
Colore VERDE
Il maneki neko verde protegge dagli incidenti sulla strada.
Colore ROSA
Colore che identifica l’amore, è un maneki neko di buon auspicio per chi cerca un partner.
Colore ORO
Usato molto dai commercianti, il colore oro richiama la ricchezza e il benessere economico.
Colore ROSSO
Il rosso è un colore protettivo, tiene lontani gli spiriti maligni e le malattie.
Informazioni varie
Leggi sopra la leggenda 1 del tempio … esiste e si chiama Gotoku-ji, si trova a Tokyo!

I materiali con cui vengono costruiti sono generalmente ceramica o porcellana. Ma quelli più economici possono essere di tutti i materiali, dal legno alla plastica. Quelli meccanici in movimento di solito sono in plastica.
DOVE SI POSSONO TROVARE? Praticamente ovunque, non c’è negozio di souvenir che non ne abbia almeno uno tra i suoi articoli … e si trovano sotto svariate forme, dagli charms per cellulari, adesivi, salvadanai e altri oggetti.
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